La linea del tempo dei Navigli: dal dopo guerra a oggi

Anni '50-'60

Il quartiere è ancora popolare, le case costano poco e non sono di alcun interesse commerciale. Alcune zone sono addirittura malfamate (ad esempio: la zona della conca di Viarenna, dove c’è l’albergo popolare..). Via Vigevano è divisa tra una zona popolare dove sono le case degli operai e una zona padronale. I bambini giocano  nella Darsena. C’è una piscina d’acqua al Ronchetto, dove si va a fare il bagno.

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L’area ha anche una caratterizzazione industriale (Osram, Richard Ginori, …) - 'i primi scioperi del '68 nascono in via Tortona.

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1959

La Darsena smette di funzionare

Anni '70


La zona diventa fulcro della vita studentesca della città. Ancora popolare, il quartiere diventa uno dei luoghi maggiormente frequentato  dai giovani, che si trasferisce qui per gli affitti a basso prezzo
I locali e i luoghi del divertimento sono integrati e ben accettati dalle comunità dei residenti.

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I locali della zona (come ad esempio il Praticello) sono un luogo di aggregazione, di socialità e di discussione tra i giovani.

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1975 - 1985

il grande afflusso di studenti e di persone giovani che vanno nei locali ed ad abitare nel quartiere perchè trovano situazioni a costi contenuti lancia la zona. Di seguito si dà avvio alla speculazione edilizia e all’inflazionamento della zona, che porterà presto alla sua saturazione, alla congestione e poi all’implosione.
Questo è un fenomeno tipico di tutte le città.

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Con l’avvento degli anni ’80 e della speculazione edilizia  i  Navigli si trasformano: gli abitanti del quartiere cambiano, le case di ringhiera vengono ristrutturate, si trasformano in residenze alla moda e vengono acquistate da persone più agiate. Nasce la Milano da bere.

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Negli anni '80 il tessuto commerciale e sociale della zona cambia: spariscono gli artigiani, le botteghe degli artisti e gli esercizi di vicinato.

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1983

Escono i primi piani integrati e comincia l’operazione di progettazione urbanistica per parti.
Si avvia la trasformazione “molecolare” della città: le trasformazioni della zona avvengono in modo sotterraneo, senza il rispetto delle regole.

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anni '90

La fiera di Sinigallia insediata nella zona tasforma in modo significativo l'area e viene poi spostata all’inizio degli anni 2000.

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1998

Cambiamento della viabilità: è chiusa al traffico via De Amicis

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Oggi

Il “monouso” della zona impoverisce e paralizza la zona: viene meno il mix economico-commerciale-culturale che caratterizzava la vitalità della zona negli anni precedenti il boom della movida.

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I Navigli sono vissuti solo la sera e la notte, mentre di giorno la zona è deserta.

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I locali chiudono e riaprono di continuo. Perché? Sono sparite gran parte delle botteghe artigiane e quelle che rimangano hanno grossa difficoltà: è solo il problema comune della globalizzazione?

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Sui Navigli si concentra la movida di basso livello, mentre quella di qualità si è spostata altrove in città.
Il salone 2011 per i Navigli è stato “magro”: non è più concentrato sui Navigli come un tempo, ma si è spostato da zona Tortona a tutta la città ed stato meno partecipato.

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Secondo gli abitanti, la zona vive una situazione di “illegalità autorizzata”, che rende impossibile la vita nel quartiere.

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Il quartiere è ancora abitato da un “mix” di abitanti eterogeneo, con legami sociali forti ancora presenti.

Alcune parti della zona (Via Vigevano) si stanno caratterizzando in senso opposto alla movida di bassa qualità dei Navigli: l’interno delle corti è ricco di eccellenze, di attività di qualità, design, moda,  show room.. e nascono attività commerciali di qualità rivolte a una clientela di nicchia.

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