Il grande afflusso di studenti e di persone giovani che vanno nei locali e ad abitare nel quartiere, perchè trovano situazioni a costi contenuti, lancia la zona. Di seguito si dà avvio alla speculazione edilizia e all’inflazionamento della zona, che porterà presto alla sua saturazione, alla congestione e poi all’implosione.
Questo è un fenomeno tipico di tutte le città.
Con l’avvento degli anni ’80 e della speculazione edilizia i Navigli si trasformano: gli abitanti del quartiere cambiano, le case di ringhiera vengono ristrutturate, si trasformano in residenze alla moda e vengono acquistate da persone più agiate. Nasce la Milano da bere.
Cambia anche il tessuto commerciale e produttivo della zona cambia: spariscono gli artigiani, le botteghe degli artisti e gli esercizi di vicinato.
Nel 1983 escono i primi piani integrati e comincia l’operazione di progettazione urbanistica per parti. Si avvia la trasformazione “molecolare” della città: le trasformazioni della zona avvengono in modo sotterraneo, senza il rispetto delle regole.