Soggetto proponente: Comitato Ponti
Il contesto urbano in cui agisce il COMITATO PONTI si trova tra il Naviglio Grande e il Viale Famagosta; un limite fisico della zona è costituito dalla massicciata della linea ferroviaria, che la delimita a est; verso ovest, invece, la trama urbana è fitta, densa di residenze, di attività commerciali, di laboratori artigianali. La fascia più orientale della zona era, fino a pochi anni fa, una terra di nessuno, con destinazione prevalentemente industriale, dalla quale tuttavia le industrie se n’erano gradualmente andate, lasciando vasti tratti all’incuria e all’abbandono.
Da una quindicina d’anni il processo di riconversione è fortunatamente iniziato: le ex‐fabbriche, da decenni abbandonate, sono state tutte recuperate, tramutandosi in ambienti che accolgono sedi universitarie, laboratori, studi professionali, show‐rooms, gallerie d’arte, uffici e abitazioni. La popolazione è aumentata e si è molto diversificata. Gli abitanti dei tre NIL coinvolti sono circa 45.000; molti altri vi soggiornano di giorno per motivi di lavoro; durante i fine settimana, inoltre, c’è un grande afflusso lungo il Naviglio Grande.
La zona si trova inoltre a poche centinaia di metri da Via Tortona e Via Savona, che negli ultimi anni sono diventate l'epicentro della moda e del design milanesi.
Sebbene gli spazi privati siano stati quasi tutti recuperati, lo spazio pubblico non ha ancora recepito le mutazioni avvenute: le urbanizzazioni (marciapiedi, parcheggi, illuminazione pubblica) sono insufficienti, parchi e giardini pubblici sono male distribuiti, i collegamenti con la città sono disagevoli.
Aiutare a recuperare questo ritardo nella dotazione di spazi pubblici, di collegamenti ciclo‐pedonali, di accessi alla rete pubblica dei trasporti, insomma di “ricucire” questo pezzo di Milano, è una delle finalità che il Comitato Ponti si prefigge.
AMBIENTE
Gli strumenti che abbiamo finora individuato sono due:
- il recupero delle sponde del canale scolmatore del Fiume Olona e la realizzazione di un Parco Fluviale
- il collegamento delle sponde del Naviglio Grande, dal ponte di via Valenza fino ai confini comunali e oltre, mediante chiatte che eliminino le attuali barriere architettoniche, che rendono difficilmente fruibile la sponda sinistra del Naviglio ai numerosi abitanti della sponda destra.
SOCIALITA'
La zona nella quale il Comitato Ponti è insediato è posta ai margini della Barona, addossata al Naviglio Grande; essa è carente di luoghi di aggregazione e di svago consoni agli usi attuali degli spazi privati, che non sono più industriali; la sua trasformazione da zona industriale, che separava la Barona dal resto della città, in zona residenziale e di servizi, potrebbe, se opportunamente complementata da interventi sugli spazi pubblici, agevolare la ricucitura di queste parti di città.
Le numerose iniziative di natura sociale e culturale già presenti in Barona (le parrocchie, il Villaggio Barona, Radio dei Navigli, ecc.) hanno da poco iniziato a coordinare le loro attività; il Comitato Ponti, all’interno di questo coordinamento, trova molte sinergie.
ECONOMIA
Un progetto complessivo di rivalutazione dell’area può avere una forte valenza economica. Si inizia creando occupazione nella fase di realizzazione prima e manutenzione poi, si continua con le possibilità commerciali che un progetto di questo tipo genera, si prosegue con una concreta rivalutazione immobiliare dell’area. Si crea un incremento diffuso della ricchezza locale.
L'economia della zona è già in trasformazione: le vecchie fabbriche sono state sostituite da laboratori e studi professionali, gallerie d'arte, studi di post‐produzione, studi di registrazione; nella zona sono da anni insediati centri di formazione. Tutto questo ha portato notevoli modifiche anche all'indotto: ristorazione, ospitalità, servizi. Questa trasformazione, oltre che ampliata, va prima di tutto sostenuta e consolidata.
Le attività economiche della zona soffrono, di questi tempi, anche perché i passanti sono pochi e si sta verificando un preoccupante aumento della microcriminalità. Riuscire ad aumentare la frequentazione di questi luoghi a tutte le ore, riuscire a portare nel quartiere gente anche da altre zone, potrebbe essere di grande aiuto ai negozianti.
SICUREZZA
Sicurezza vuol dire impedire che dalle alte sponde del fiume un bambino sfuggito al controllo dei genitori, un vagabondo, possano precipitare in acqua.
Sicurezza vuol dire promuovere un uso a tutte le ore degli spazi verdi, in modo che siano controllati dai cittadini, illuminati, dotandoli di percorsi e luoghi di sosta, impedendo così la micro criminalità.
Sicurezza vuol dire fare in modo che bimbi e genitori possano recarsi ed uscire da scuola procedendo su marciapiedi e non districandosi fra le auto parcheggiate o camminando sulla carreggiata.
Sicurezza vuol dire che le persone anziane si possano muovere in tranquillità, che i possessori di cani possano avere il piacere di far correre i loro animali in zone protette senza arrecare disturbo agli altri cittadini e che le donne possano camminare per le strade senza paura di essere aggredite.